L’osservatorio in museo
Collocato nella sala dedicata all’Universo lontano, oltre il Sistema Solare, l’Osservatorio Astronomico, con il suo telescopio, ripropone “l’ambiente” tradizionale dal quale gli studiosi hanno potuto cogliere e colgono tutt’ora molti dei segreti del Cosmo.
Per quanto estremamente evoluta e tecnologicamente avanzata, la scienza del cielo “soffre” di una importante e caratteristica limitazione: la lontananza dei corpi celesti, che costringe gli astronomi ad uno studio a distanza, spesso tra mille difficoltà, con poche eccezioni riguardanti il nostro sistema planetario. Una condizione che si ritrova, evidentemente, nell’etimologia greca della parola “telescopio”, ossia “guardare lontano”. Attraverso il meraviglioso artificio di una lente o di uno specchio si svelano le tante meraviglie dell’Universo, che la scienza di adopera ad interpretare nel quadro delle correnti teorie astrofisiche e cosmologiche.
Il visitatore è qui invitato a compiere lui stesso il balzo verso le stelle, accostando l’occhio all’oculare dello strumento, mentre uno schermo collocato all’interno propone le immagini di alcuni dei più celebri oggetti del cielo: pianeti, ammassi stellari, nebulose, galassie si susseguono in un crescendo di forme e suggestioni, enfatizzando come la scienza sia anche emozione e meraviglia.
Se per buona parte dei quattrocento anni che ci separano ormai dalle prime esperienze telescopiche di Galileo l’occhio è stato l’unico complemento al telescopio, le cose sono oggi ben diverse. La natura del cosmo viene ormai indagata in tutti i “colori”, ossia a tutte le lunghezze d’onda (o energie), ben oltre la modestissima “fetta” della luce visibile. E’ proprio la convergenza di queste molte “visioni” a contribuire ad una ben più credibile lettura dei fenomeni astronomici: la parete interna della cupola dell’Osservatorio offre proprio una caleidoscopica sfilata dei tanti volti della nostra Galassia, la Via Lattea, rivelata dagli energetici raggi gamma alle onde radio, passando per le più familiari apparenze visibili all’occhio umano, mostrando come ogni “colore” sveli caratteristiche diverse, che andrebbero perdute trascurando quella particolare finestra.