Il cielo del mese

In maggio il Sole offre un’illuminazione sempre più prolungata agli abitanti dell’emisfero boreale, passando dalla costellazione dell’Ariete al Toro il giorno 14. 

La Luna sarà piena il 6 maggio nella Bilancia, e sarà la più grande dell’anno poiché la Luna si troverà al perigeo, il punto della sua orbita più vicino alla Terra: apparirà il 16% più grande della Luna piena di novembre, che si verificherà invece con la Luna all’apogeo (il punto più lontano dalla Terra). 

Nella prima settimana di maggio Venere raggiunge il massimo assoluto del suo splendore, all’abbagliante magnitudine -4,7, quasi 200 volte più brillante di una stella di prima grandezza: talmente intenso da permettere di avvistarla in cielo perfino in pieno giorno, e da proiettare ombre dopo il tramonto. Dopo avere mantenuto una spettacolare elongazione dal Sole che l’ha resa visibile in cielo fino a quattro ore dopo il tramonto, Venere improvvisamente inverte il moto fra le corna del Toro, preparandosi al rarissimo transito che effettuerà davanti al Sole il 6 giugno prossimo.

A sud Marte sfoggia di prima sera la sua inconfondibile luce rossa sfilando oltre la stella Regolo nella pancia del Leone. Saturno invece rivaleggia in splendore con Spica, la stella Alfa della Vergine, e rimane visibile per quasi tutta la notte.

Al calare del Sole, verso sud ovest vediamo scomparire in gran fretta Sirio, Betelgeuse, Capella e Procione, ultime stelle dell’inverno ormai concluso. Le accompagnano Castore e Polluce, i Gemelli, che sembrano ergersi in piedi sull’orizzonte occidentale, presto seguiti dal Cancro e dal Leone. Allo zenit svetta l’Orsa Maggiore: è il momento migliore per delineare l’intera sagoma dell’animale, partendo dal Grande Carro che ne rappresenta la parte più evidente. La inseguono i Cani da Caccia e il Bootes, dove Arturo risplende della sua tipica luce arancione sorvegliando l’Orsa.

La Corona Boreale ed Ercole preludono al riemergere di Ofiuco e del suo Serpente, verso est, mentre a sud sfilano la pallida chioma di Berenice, la Vergine, la Bilancia e infine lo Scorpione con la fulgida Antares.

Intanto si rialza a nordest la testa del Drago, che annuncia il ritorno di Vega, Deneb e Altair.

All’orizzonte meridionale, oltre le deboli stelle dell’Idra e accanto al corpo dello Scorpione fa la sua fugace apparizione il Lupo, splendida ma poco nota costellazione australe, che non si solleva mai abbastanza alle nostre latitudini.

“C’era una volta… celeste” in programma il 6/5 alle 11.